Memorie di una Geisha



Ho appena finito di leggere questo romanzo e sono ancora sotto l'influsso della sua incredibile magia. E' un Romanzo con la R maiuscola, non c'è che dire. Tutto riesce a coinvolgere completamente il lettore, a rapirlo dalla sua realtà
e a trasportarlo in un mondo lontano, lontanissimo oggi più che mai, il Giappone del 1930, in una Kyoto abitata di magia e di Geishe.
Tutto nella narrazione è veramente suggestivo, a partire dai colori dei kimono, dal bianco e rosso dei volti delle geishe e delle lanterne appese per tutto il quartiere di Gion, alle bellissime metafore e paragoni che affiorano ovunque nel libro. Tutto è descritto in maniera così sublime che per il lettore è difficile stancarsi dalla lettura. Senza contare tutte le scoperte che si fanno leggendo, riguardo ad un mondo che sta scomparendo, su usanze che agli occhi di un occidentale sembrano incredibili ma, allo stesso tempo, talmente affascinanti che fanno nascere un desiderio fortissimo di visitare il Giappone, immergersi nelle stradine di Gion, nelle sue case da tè e nei suoi splendidi giardini circondati dai ciliegi in fiore.

Il film: devo ammettere che il film nel suo insieme è fatto molto bene e riesce a ricreare davvero fedelmente gli ambienti, i costumi e in generale l'atmosfera del romanzo e di questo devo dargliene atto. Per quanto riguarda la trama devo dire che la prima parte del film rispecchia in maniera fedele la prima parte della vita di Sayuri nel romanzo, ed è certamente la parte più affascinante della trama, la seconda parte tuttavia è un po' più frettolosa e molti dettagli vengono omessi o cambiati. Ovviamente il cinema ha i suoi tempi e credo che fosse difficile fare meglio di così, per questo consiglio anche la visione del film.
C'è una cosa che però mi chiedo, ma come mai ai registi piace cambiare dettagli minimi (come i nomi) senza che ce ne sia bisogno? Per esempio: il "presidente" del romanzo diventa "direttore generale", il quartiere Gion ne diventa un altro (di cui non ricordo il nome), lo stesso significato del nome di Sayuri cambia, mah.. chissà.


1 commento:

Alessia ha detto...

Per quanto mi riguarda c’ho messo anni prima di leggerlo nonostante “albergasse” nella mia libreria da tempo, ma sono bastati pochi giorni per farlo diventare uno dei miei libri preferiti. Si scopre un mondo, lontano e ormai quasi scomparso, attraverso delle magnifiche metafore e dettagliate descrizioni. Libri così per quanto mi riguarda se ne trovano sempre troppo pochi.